Immerso in una splendida oasi naturalistica
Il paese si allunga su una striscia di terra che si staglia nel mare, tra il golfo di Olbia e il promontorio di Capo Figari, splendida oasi naturalistica amata dai trekker per le belle passeggiate e possibilità di escursioni, lungo le quali si aprono vedute incantevoli.
Poco più in là di Capo Figari si eleva dal mare l’isolotto di Figarolo ideale per il diving, soprattutto alla Roccia del Mamuthone e a Capo Filasca.
Sono due le più probabili ipotesi dell’origine del suo nome. La prima riporta ad una scorretta interpretazione dei cartografi di metà ‘900, quando tradussero Gulfu di li Ranci in Golfo Aranci, anziché golfo dei granchi. L’altra ipotesi, più semplicemente, riprende la spiaggia di sos Aranzos.
Sono due le più probabili ipotesi dell’origine del suo nome. La prima riporta ad una scorretta interpretazione dei cartografi di metà ‘900, quando tradussero Gulfu di li Ranci in Golfo Aranci, anziché golfo dei granchi. L’altra ipotesi, più semplicemente, riprende la spiaggia di sos Aranzos. Il paese si allunga su una striscia di terra che si staglia nel mare, tra il golfo di Olbia e Capo Figari, splendida oasi naturalistica amata dai trekker per le belle passeggiate e possibilità di escursioni, lungo le quali si aprono vedute incantevoli.
Poco più in là di Capo Figari si eleva dal mare l’isolotto di Figarolo ideale per il diving, soprattutto alla Roccia del Mamuthone e a Capo Filasca.
L’area sulla quale sorge la località di Golfo Aranci, prima di divenire porto romano, fu abitata dai popoli nuragici, come conferma il pozzo sacro di Milis (VII-VI a.C.). Dai primi del XX secolo è scalo merci per poi diventare, dagli anni Sessanta, secondo accesso dal mare per la Gallura. Originariamente villaggio di pescatori, viene riconosciuto Comune nel 1979, momento dal quale inizia la sua espansione, convertendo la sua economia sul turismo, grazie anche alla felice collocazione che la vede al centro tra la città di Olbia e la Costa Smeralda. Il piccolo borgo di casette colorate è stato impreziosito da recenti interventi di arredo urbano che hanno valorizzato la passeggiata a mare, con attrazioni come la sirenetta che sale dal mare accompagnata da un canto sardo e da un bel porticciolo sul quale trovano attracco piccole e medie imbarcazioni pronte a salpare per andare alla scoperta delle bellezze della costa.
Nella visita al paese non deve mancare anche la parrocchiale di san Giuseppe, meta di devoti di Padre Pio. In memoria di Guglielmo Marconi (1932) che ha reso celebre il Semaforo della Marina militare, posto sulla sommità di capo Figari, sede di innumerevoli suoi esperimenti, si visita la scultura in granito a lui dedicata, denominata Colonna di Luce, che sorge nel centro del borgo.

promontorio di Capo Figari
Il promontorio è sormontato da fortificazioni di guerra e da un faro, il Semaforo della Marina militare, celebre per gli esperimenti di Guglielmo Marconi (1932) al quale è stata dedicata una scultura in granito, denominata Colonna di Luce, che sorge nel centro del paese.
Capo Figari e Isola di Figarolo è un’area riconosciuta Sito di Importanza Comunitaria (SIC) per i tesori naturalistici che custodisce in termini di biodiversità. La riserva si estende per oltre 850 ettari interamente all’interno del Comune di Golfo Aranci.
Si tratta di un vero e proprio museo naturalistico a cielo aperto, dove ammirare bellezze paesaggistiche e tesori marini nelle due spettacolari insenature di Cala Moresca, fino a Punta Filasca, Cala Greca e la roccia di Mamma Chiatta. Qui le immersioni hanno il fascino di quei luoghi insoliti, uno spettacolo che si estende fino alla meravigliosa spiaggia di Cala del Sonno, una roccia a strapiombo sul mare su cui la natura ha disegnato un Mamuthone, la tipica maschera dell’entroterra sardo.
La costa di Capo Figari si caratterizza per le alte falesie che si stagliano a picco sul mare, offrendo la possibilità di indimenticabili immersioni alla scoperta di importanti reperti archeologici racchiusi nei fondali, tra cui preziose ancore risalenti al periodo bizantino. Continuando lungo il versante nord del promontorio, alla ricchezza dei fondali si aggiungono le spettacolari grotte sommerse, tra cernie, aragoste, cicale, corvine, murene, spugne e ricciole che vivono questi fondali sui quali poggia l’affascinante corallo nero. Lo sguardo viene poi catturato dall’originale e sorprendente presepio sottomarino costituito da statue di trachite, che regalano un’atmosfera natalizia davvero originale.
Capo Figari però estende la sua bellezza nella parte che si erge dalle cristalline acque per accompagnare lungo meravigliosi sentieri che portano al Semaforo della Marina Militareda dove si apre una veduta mozzafiato sul mare aperto, sulle isole Soffi e Mortorio, Cala di Volpe, l’Arcipelago di La Maddalena, l’Isola di Tavolara, Capo Ceraso, il Golfo di Olbiae tutte le sue splendide cale e, lì sotto, l’abitato di Golfo Aranci, in un quadro di rara bellezza, una vera preziosissima opera d’arte della natura.
Batteria e Cimitero degli inglesi
Ai piedi del promontorio sorge la ex batteria di artiglieri antinave Luigi Serra di cui rimangono alcune strutture e strumenti visibili. Unitamente alla vedetta di Capo Ceraso completa il sistema di sorveglianza e avvistamento ai confini estremi del Golfo di Olbia.
Dalla batteria si può scorgere a nord est Cala Greca e tutto il promontorio e con una piccola deviazione si fa tappa al cimitero degli inglesi dove già all’inizio del secolo scorso erano stati sepolti i marinai del veliero ligure Generoso Secondo naufragato nel 1887 a Capo Figari.
Venne seppellito in questo cimitero il giovane marinaio inglese George Christian Bradshaw della nave H.M.S.Vulcan, un incrociatore di appoggio, che a soli 18 anni morì di febbre enterica il 12 giugno del 1900. Nella sua tomba è posta una croce celtica. Un solo marinaio ha dato il nome a questo luogo.
Sentiero per il Semaforo
L’escursione per raggiungere il semaforo è molto panoramica e si svolge lungo un facile sentiero che si snoda a tratti lungo alcune belle spiagge e calette e pian piano si inerpica verso la vetta tra cespugli di macchia mediterranea e ginepri, alcuni purtroppo bruciati in un incendio di qualche anno fa, ma fortunatamente la natura si è ripresa con prepotenza il suo spazio.
L’Escursione prosegue tutta in salita, abbastanza ripida su sterrato, verso il Semaforo di Capo Figari dove Guglielmo Marconi lanciò il segnale radio l’11 agosto del 1932 ; egli riuscì nell’impresa di creare un ponte radio a onde corte fra una trasmittente situata a Rocca del Papa, vicino a Roma, e un’apparecchiatura ricevente installata per l’occasione sul semaforo di Figari, dal panfilo Elettra.
L’edificio è ancora esistente, seppur in stato di abbandono, e visitarlo è un’emozione che rimane nella memoria, nelle scritte ai muri e nel provare a immaginare quell’evento che ha dato inizio ad un nuovo mondo. Da lì in poi la comunicazione trasformerà l’umanità. Da questo punto si apre una meravigliosa veduta a 360° con l’isola di Tavolara che si erge a dominio del mare, mentre tutt’attorno la vista spazia su tutto il golfo ed un ampio tratto di costa gallurese. .
