Percorso circolare in mountain bike nella Valle della Luna, nel comune di Aggius
«Se tu e gli altri quattro veramente mi amate, rapitemi stanotte, e portatemi ad Aggius; e fatemi una capanna in un bosco di roveri là sul Tummonsora, ch’io veda il golfo e tutto il lido insino alla Maddalena, e ch’io sia svegliato ogni alba dal Gallo di Gallura…». Così scriveva Gabriele d’Annunzio nel 1928, agli amici del Coro di Aggius, tanto era stato il suo struggimento per il paesaggio della Gallura.
Ancora oggi chi si affaccia alla soglia della Valle della Luna, nel territorio di Aggius, resta ammutolito di fronte a una immensa piana punteggiata di querce e traversata da crinali di creste granitiche che a seconda delle ore del giorno assumono sfumature che vanno dal grigio al rosato. Sono i celebri graniti dalle forme contorte e bizzarramente scolpite, nelle quali, fin dall’inizio del tempi, l’uomo vi ha voluto riconoscere volti, sagome, animali, divinità. E accanto ad essi ha abitato. Prima nei ripari sotto le rocce, poi nei nuraghi, infine negli stazzi, gli insediamenti colonici tipici della Gallura pastorale.Nella Valle della Luna non c’è altro. Solo questa immensa bellezza, rara ed emozionante.
E parliamo anche delle strade sulle quali s’impernia questo sorprendente itinerario in mountain-bike. Che non sono autostrade, ovviamente, bensì vecchie piste pastorali, aspre e contorte, qualcuna ora asfaltata, ma tutte utilizzate nei secolari spostamenti del bestiame fra l’interno dell’isola e la costa, e da lì, a volte, traghettato fino in Corsica.
Spostamenti clandestini, esercitati dai pastori-banditi di Aggius che per queste vie sapevano evitare i balzelli doganali dei porti di Castelsardo e Longonsardo. Ieri come oggi, si fa come si può…Storie raccontate da queste pietre, da questi grandi sassi che disegnano un pianeta che non sembra più il nostro. Infatti qui non siamo sulla Terra, siamo sulla Luna!
Partiamo...
L’itinerario prende avvio da Aggius, borgo dalle caratteristiche montane nonostante sia posto a 500 metri d’altezza. Forse lo è per via della caotica cresta di graniti che lo difende da nord e per le architetture in pietra che lo rendono oltre misura caratteristico fra i paesi sardi. Pietre che dalle facciate delle case scendono a pavimentare strade e vicoli, salgono sui muri e nelle vasche delle fontane, nelle campagne a rivaleggiare con i frutteti e con le sugherete.
Si inizia in direzione Palau con la strada provinciale 27, l’arteria che attraversa il centro storico. Allo snodo stradale oltre l’abitato, si rispettano le indicazioni per Trinità – Badesi. Si percorre ora la provinciale 74 iniziando a scendere verso la Valle della Luna, fra pascoli chiusi da bassi muretti in pietra a secco, disseminati di grosse querce. In fondo alla discesa, in corrispondenza di una decisa curva a sinistra, si abbandona l’asfalto e si segue, sempre diritto e in lieve ascesa, una strada sterrata che si fa spazio fra radure e fra contorti spuntoni di roccia. A una biforcazione si lascia la direzione di sinistra che conduce a un laghetto artificiale e si continua verso destra in lenta discesa fino a oltrepassare su un ponticello il Rio Turrali, il corso d’acqua che forma la valle.
Di tanto in tanto, fra le superfici granitiche, si fanno largo praterie selvatiche dove prolifera l’erica, dove le querce appaiono più sporadiche e dove altre piante, tipiche della macchia, come i cardi e le carline, coprono i margini con i loro aculei spinosi. Ci sono anche piccole zone umide, dove in inverno ristagna l’acqua, e dove le fioriture in primavera sono strepitose. A poca distanza, su una pista parallela, si trova il nuraghe Izzana, articolato fra un elemento a corridoio e uno a ‘tholos’, dalla copertura della camera centrale.
Poi, passando a poca distanza da isolati stazzi pastorali si riprende a salire giungendo alla chiesetta campestre di Santu Jacu, (San Giacomo). Poco oltre, al fondo di un rettifilo, si incontra, di fronte a un’azienda agricola, una strada che si impegna verso sinistra tornando sull’asfalto. Segue un tratto in salita, lungo la Serra di la Teula, per portarsi al cospetto della chiesetta di S. Pietro di Ruda.
Seguendo ora verso sinistra la strada provinciale, e passando al di sopra dello spiazzo della chiesa, si raggiunge il belvedere sulla Valle della Luna (con punto di ristoro). Poi la strada scende con lunghi rettifili nel caotico paesaggio della valle, avvicina la chiesetta di San Filippo e perviene al punto dove, sulla destra, si stacca la strada segnalata per Bonaita. Qui inizia il tratto montano dell’itinerario (in alternativa si prosegue sulla provinciale per rientrare subito ad Aggius) che impegna con una lunga salita su asfalto, verso le alture che delimitano a ponente la valle.
A quota 683, poco prima del crinale, si piega a sinistra su una larga sterrata che inizia a perdere quota dentro la conca dello stazzo Alinetu, in una zona verdeggiante e segnata da un laghetto. La strada si attesta lungo le falde del Monte di Lu Frassu per poi discendere un altro gradino morfologico e confluire, infine, nella strada provinciale, proveniente da Tempio Pausania e diretta ad Aggius; si tiene verso sinistra e con un altro breve tratto in salita si torna nel centro abitato.